Mostre
L'IMAGINAIRE DES ÉCORCES - 21 Settembre 2019
Gradualmente, poco a poco, gli alberi sono entrati nello “spirito dei nostri tempi”: sono sempre più numerosi ovunque i film, le mostre ed i libri loro dedicati. Finalmente abbiamo capito con stupore che gli alberi sono Esseri Viventi che usano - tra le altre cose - strategie e mezzi di comunicazione complessi ed efficaci. La nostra civiltà sta finalmente rendendo giustizia ai nostri compagni secolari senza i quali la vita sulla terra sarebbe senza dubbio impossibile. Ma qui, in questa mostra, sono le cortecce degli alberi le protagoniste indiscusse che narrano a tutti noi di incredibili somiglianze, di colori, di Bellezza e d’Arte. Tutti i proventi ricavati dalla vendita delle foto saranno devoluti in beneficenza all’Associazione Corri La Vita Onlus ( www.corrilavita.it ). L’Associazione ogni anno organizza un grande evento benefico l’ultima domenica di settembre a Firenze. Si tratta di una corsa e di una passeggiata tra le strade della città per raccogliere fondi contro il tumore al seno e aiutare le donne che ne sono colpite. L’Associazione finanzia progetti che vanno dalla prevenzione alla diagnosi precoce della malattia, fino all’assistenza e alla riabilitazione. 36.000 partecipanti nel 2018!
Foto di JANINE LAURENT JOSI
#LIQUID#SHAPE - 15 Dicembre 2018
Il consumismo ci ha reso consumatori... tutti quanti preoccupati non tanto dal “non poter comprare l'essenziale” quanto dal “non poter comprare per sentirsi parte della modernità”. Si copiano atteggiamenti, idee, simboli, non per il valore intrinseco ma per sentirsi accettati: una vita “liquida”, frenetica, vertiginosa, bulimica, sempre costretta ad adeguarsi alle attitudini del gruppo per non sentirsi esclusa. Lo stesso prodotto architettonico non è altro che uno strumento consumistico in un pianeta ormai saturo, l'ennesimo simbolo di una “modernizzazione perpetua, compulsiva-ossessiva e generatrice di dipendenza” (liberamente tratto da “Liquid Modernity” di Zygmunt Bauman)
“... nel ‘61 ho fatto un viaggio, con altri tre amici, attraverso tutte le abbazie romaniche e le cattedrali gotiche francesi. Naturalmente mi ero portato dietro una macchina fotografica e ho fotografato tutto, incessantemente. Le foto sono orribili, non mi servono e non mi sono mai servite, ho piuttosto comperato dei libri dove c’erano foto migliori, e di quel viaggio non ricordo più niente. Ero troppo occupato a fotografare e non ho guardato. Da quel giorno non ho mai più fatto fotografie ...”
(Umberto Eco)
In molte circostanze, io stesso, non faccio fotografie pur facendo il fotografo di lavoro: non fotografo mai la mia famiglia, non fotografo i compleanni o altre ricorrenze, non fotografo in vacanza... ho paura di dimenticare: dimenticare di vivere l'attimo, distratto dalla luce, dalla scelta dell'inquadratura e dell'obiettivo.
Quando lavoro, sempre più spesso, sono circondato da persone che si fotografano: lui fotografa lei, lei fotografa lui, ed immancabilmente si fanno un selfie con la città alle spalle. Mi chiedo se per queste persone sia più importante apparire nella fotografia, avere uno scatto da condividere subito sul social network del momento per “mostrare“ di aver viaggiato, oppure se sia più importante guardarsi intorno, vivere il momento portando dentro di sé il ricordo di ciò che si è visto, vissuto, scoperto. Ricordare o scattare compulsivamente fotografie in ogni momento... una “shootingmania“ esasperata anche dalla diffusione sempre più massiccia di smartphone, tablet, macchine fotografiche, ormai democraticamente alla portata di tutti.
Foto di MASSIMO BORCHI tratte dai progetti fotografici Postmetropolis e Shootingmania
BELVEDERE - 15 Giugno 2017
Fotografare dall'alto - ma non troppo - è una questione di tecnica narrativa più che di semplice punto di vista. Quando si fotografa una strada, ma la folla di pedoni e automobili diventa massa informe, occlude lo sguardo e nasconde prospettive, occorre elevarsi un po': bastano pochi metri e le linee dei palazzi tornano a tracciare una via, la prospettiva si trasforma da incognita in racconto, le persone nella folla tornano ad essere singoli individui, di più: personaggi.
Foto di GUIDO COZZI
UNA CITTÀ INVISIBILE - 10 Marzo 2017
È l’umore di chi la guarda che dà alla città di Zemrude la sua forma. Se ci passi fischiettando, a naso all’in su dietro al fischio, la conoscerai di sotto in su: davanzali, tende che sventolano, zampilli. Se ci cammini col mento sul petto, con le unghie ficcate nelle palme, i tuoi sguardi si impiglieranno raso terra, nei rigagnoli, I tombini, le resche di pesce, la cartaccia. Non puoi dire che un aspetto della città sia più vero dell’altro, però della Zemrude d’in su senti parlare soprattutto da chi se la ricorda affondando nella Zemrude d’in giù, percorrendo tutti I giorni gli stessi tratti di strada e ritrovando al mattino il malumore del giorno prima incrostato a piè dei muri. Per tutti presto o tardi viene il giorno in cui abbassiamo lo sguardo lungo i tubi delle grondaie e non riusciamo più a staccarlo dal selciato. Il caso inverso non è escluso, ma è più raro: perciò continuiamo a girare per le vie di Zemrude con gli occhi che ormai scavano sotto alle cantine, alle fondamenta, ai pozzi.
Da Italo Calvino, Le città invisibili - Le città e gli occhi. 2
Foto di JACOPO SANTINI
NEW YORK - THE N.Y. SEE PROJECT - 17 Dicembre 2016
Questa mostra rappresenta l'apice del N.Y.SEE Project, una collaborazione lunga 3 anni che ha visto coinvolti 31 talentuosi fotografi professionisti e 3 agenzie: eStock Photo (New York), Simephoto (Conegliano) e 4Corners Images (Londra). Da un'idea di Luz Jimenez di eStock Photo e di Giovanni Simeone di Simephoto ha preso vita il progetto di creare una collezione definitiva di foto di New York City, che rappresentano oggi un nuovo standard nel settore della fotografia di viaggio.
New York City è la città più fotografata al mondo. Tuttavia si può catturare il suo stile inimitabile secondo punti di vista sempre nuovi e inediti. Questa è l’ambizione del N.Y.SEE Project. Che si tratti di una Times Square brulicante di vita, di una Manhattan che va oltre i cliché o di scatti di Brooklyn che raccontano una storia sorprendente, questa collezione rivela il vero volto della New York del XXI secolo.
La mostra sarà accompagnata dal libro appena pubblicato Photographing New York. Award-winning photographers guide you to the best shots (Sime Books). È una guida visuale, una fonte di ispirazione unica per fotografi che vivono o che viaggiano a New York. Dalle vedute di Central Park ai delicati dettagli urbani, in estate e in inverno, con la pioggia o col sole, questa straordinaria esplorazione fotografica della città più “grande” al mondo è una delizia sia per fotografi che per "viaggiatori sedentari."
Foto AUTORI VARI
I GIORNI DELL'ALLUVIONE - 27 Ottobre 2016
Balthazar Korab è stato uno dei più ricercati fotografi professionisti di architettura negli Stati Uniti nel corso degli anni '60. Korab spesso raccontava che la sua vita e la sua carriera erano state plasmate più da coincidenze che da qualsiasi piano premeditato. Nell'autunno del 1966 Korab aveva deciso di prendere una pausa con un anno sabbatico in Italia con sua moglie ed i suoi figli e fu cosi che si trovò casualmente a Firenze durante gli eventi del 4 novembre 1966. Dopo due settimane di pioggia battente il fiume Arno era salito ai livelli più alti dal 1333 creando uno dei disastri naturali più dannosi nella storia di Firenze.
I Korab si erano appena sistemati in un piccolo appartamento sulle colline di Settignano, quando si svegliarono la mattina presto al termine delle inondazioni che avevano sommerso il centro di Firenze. Con la sua fotocamera Hasselblad in medio formato e cinque rullini di pellicola, Korab si fece strada a Firenze per documentare gli eventi drammatici. Si mosse attraverso le acque gelide - in alcuni momenti sommerso fino al petto - per scattare alcune delle immagini più straordinarie dell'alluvione e delle sue immediate conseguenze. La mattina dopo si recò a Roma per far sviluppare i rullini. Nei giorni e nelle settimane seguenti l'alluvione, Korab continuò a documentare i danni agli edifici della città, ai monumenti, alle opere d'arte e gli enormi sforzi da parte di professionisti e volontari che aiutarono a recuperare le preziose opere d'arte della Galleria degli Uffizi, dell'Istituto e del Museo di Storia della Scienza e della Biblioteca Nazionale.
Testo di John Comazzi
Associate Professor of Architecture, Affiliate Faculty in Landscape Architecture College of Design - University of Minnesota
Foto di BALTHAZAR KORAB
A PLACE IN BETWEEN - 15 Aprile 2016
Quando si entra in un luogo si è in uno stato di disorientamento e cambiamento. Quel che era prima e dietro di noi non ci definisce più. Siamo su una soglia. Ciascuna delle sequenze di immagini esplora la natura di uno stato transitorio. Benché si tenda a sottovalutarli, questi momenti sono l’essenza di ogni crescita.
Foto di CORA ROZENCOHN, ANDREW GATTI, LEON JONES, LINA BESSONOVA
THE MOST WANTED VISIONARIES - 17 Giugno 2015
La mostra presenta 20 opere stampate in grande formato, selezionate dai curatori tra i migliori lavori realizzati dagli artisti internazionali del The Most Wanted Visionaries (TMWV) Catalog che, con il suo archivio di oltre 10.000 opere, è considerato un’enciclopedia visuale della iPhoneografia o Mobile Art, quella nuova forma di arte, multidisciplinare e fruibile per tutti, che fa riferimento ad opere realizzate con immagini scattate ed elaborate utilizzando esclusivamente smartphone e tablet di ultima generazione. Questa mostra fa parte del ricco calendario di eventi del FIPA – Florence International Photography Awards - un evento “diffuso”, articolato in un concorso fotografico, quattro mostre di altissimo livello qualitativo, passeggiate fotografiche, flash mob ed altri eventi collaterali.
Sito Web http://bit.ly/fipawards
Facebook http://bit.ly/fipabook
GOD’S SKETCHBOOKS - 28 Aprile 2015
Immaginando un grande codice leonardesco, Ghigo Roli, fotografo modenese dalla lunga e articolata esperienza, esplora alcune forme naturali alla ricerca della loro più intima struttura matematica. Avviene così che il mondo animale e vegetale si riveli come l’espressione formale di concetti matematici e geometrici.
Sezioni auree, frattali, automi cellulari e paraboloidi iperbolici sono lo spartito teorico che prende forma, attraverso le immagini di Ghigo Roli, in una musica fatta di ricci di mare, cavolfiori e altre piccole meraviglie. Un’armonia segreta che allude ad un immenso ma decifrabile algoritmo; un disegno che tratteggia una nuova visione della creazione in cui tutti i suonatori computano con attenzione, seguendo il tempo e le regole di un grande programma. Un’Anima Mundi sempre in un equilibrio dinamico tra ordine e caos, tra entropia e armonia.
Le fotografie della mostra sono rettangoli aurei, e le misure dei loro lati (34 x 55 cm e 55 x 89 cm) appartengono alla successione di Fibonacci.
Foto di GHIGO ROLI
REFIORE - 11 Ottobre 2014
Una linea dell'orizzonte che si alza quasi a rovesciarsi su chi guarda, uno specchio amplificatore della scena, lo spettatore incluso illusoriamente nello spazio rappresentato e l'uso di più fonti luminose che moltiplicano ombre e riflessi. E come allora la pitture, qui la fotografia restituisce dignità al panneggio di velluto e al giocoso grafismo delle uova di quaglia, alla moltitudine di insetti che popolano il quotidiano e ai merletti finemente lavorati, al vitale gioco cromatico dei fiori e al fumo grigio di una candela spenta. Espressioni del continuo divenire del ciclo della vita.
"Refiore nasce dalla giovane memoria che mi accompagna nel recuperare la luce dei pittori fiamminghi a cavallo fra il XVII e il XVIII secolo. Un percorso fatto di sensi (olfatto, gusto e vista) che mi hanno allontanato dalla fotografia in quanto tale, per cercare atmosfere sospese, immutate e ricche di luce - la luce pittorica fiamminga - che a differenza di quella italiana (Caravaggio), era più generosa, dava a tutti gli elementi della composizione un giusto valore percettivo. Quindi i particolari erano importanti, tanto quanto gli elementi principali. Ogni elemento, ogni dettaglio è stato curato nella sua ricerca iconografica e posizionato con cura e rispetto. I fiori sono quelli del periodo (peonie, anemoni, rose, lavande…), che tanto piacevano ai pittori che li dipingevano. Refiore incontra il colore, la luce, i sensi... Questo è solo un punto di partenza, nella rappresentazione del fiore nei diversi periodi storici che mi vedrà impegnato in futuro." (Fabio Di Carlo)
Foto di FABIO DI CARLO
ÉCORCES - 4 Ottobre 2013
Queste mie fotografie intendono essere un omaggio agli alberi, che mi hanno consentito di scoprire, fra la meraviglia e la gioia, il mondo delle loro cortecce.
Dalla notte dei tempi, gli alberi ci offrono innumerevoli regali, e con queste foto ora ci svelano uno dei volti, fra i meno visibili e noti, della loro personalità.
Un mondo affascinante, la cui scoperta ho vissuto come un regalo, che mi ha sin dall'inizio procurato, e ancora oggi mi procura, una grande emozione. Un regalo che amerei condividere con tutti coloro che amano gli alberi, la natura e la Bellezza.
Possano la vostra immaginazione e i vostri sogni condurvi verso quel mondo parallelo, al tempo stesso così vicino e così lontano da noi.
E possano queste fotografie essere una chiave, una chiave di accesso ad una porta, una fra le tante porte, che conducono alla Bellezza ed ai misteri che ci circondano. (Janine Laurent Josi)
Foto di JANINE LAURENT JOSI
DUSKFALL MEMORIES - 6 Dicembre 2012
Per Eva Sauer, la trasfigurazione del quotidiano in possibili mondi fantastici è prediletta alla pura registrazione: le sue fotografie sono un susseguirsi di istanti enigmatici, di sospensioni di senso ed intenti, più prossimo alla messa in scena teatrale che alla documentazione. Sebbene la fotografa non lavori alla costruzione di set veri e propri – come sperimentato da alcuni artisti contemporanei: da Jeff Wall a Gregory Crewdson– le sue immagini si offrono come altrettante mises en scène, che lasciano intravedere solo un istante di una storia che sta a noi interpretare e magari continuare a sviluppare. (Benedetta Cestelli Guidi)
„Duskfall memories“ ... Nel nord europa esiste la „blue hour“ che nel periodo estivo si prolunga alcune ore: il sole sembra non calare mai. Un lungo bagliore all’orizzonte colora la luce di un blu intenso. La „blue hour“ ha qualcosa di magico, sembra portarti in un’altra dimensione dove la realtà lascia spazio alla fantasia e la mente è libera di compiere magnifici viaggi.... Astrid Lindgren, la grande autrice di libri per bambini introdusse nel suo racconto „Land of Dusk“, una figura particolare: un ometto che ogni sera appunto a quest’ora portava un bimbo, affetto da una malattia che gli vietava di camminare, fuori dalla sua stanza-prigione volando sopra i tetti della città. Questo momento di libertà durava quanto l’ora blu, dopodiché l’ometto scompariva. Le immagini evocate da quel mondo ancora visibile ma già parzialmente coperto dalle ombre non mi hanno lasciato e impugnata la mia prima macchina fotografica iniziai a cercare queste immagini nel mondo esterno. (Eva Sauer)
Foto di EVA SAUER
PICCOLE STORIE DAI BALCANI - 24 Novembre 2012
Mario Boccia, testimone sensibile del conflitto balcanico, ripercorre quegli anni terribili raccontandoci tanti piccoli episodi: Vita vissuta che non sarà ricordata nei libri di storia ma rimarrà esemplare per farci capire e ricordare che questi uomini, donne e bambini hanno facce, occhi, nomi e noi non sappiamo se sono serbi, bosniaci, kosovari... finalmente capiamo, che prima di ogni altra cosa, sono persone.
Lo sguardo si sposta ai giorni nostri attraverso un reportage sulla cooperativa "Insieme" e un contributo di quattro autori della Fondazione Marangoni: Paolo Cagnacci, Alessandra Capodacqua, Margherita Verdi, Barbel Reinhard.
La Cooperativa “Insieme” - specializzata nella produzione di marmellate di lamponi - è una cooperativa fondata e composta da donne nate in Bosnia-Erzegovina. Queste donne di religione e cultura diverse hanno dimostrato che ricominciare è possibile e che si può ricostruire un’identità collettiva contro le divisioni imposte dalla guerra.
Foto di MARIO BOCCIA
PRESIDENTS - 9 Novembre 2012
La mostra Presidents del famoso fotografo Harry Benson è una selezione di 15 scatti di 11 presidenti americani ed è organizzata in collaborazione con il Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights e il Festival dei Popoli.
"... La mia sfida principale è sempre stata quella di fare una fotografia che mostrasse ciò che non si è mai visto prima. Questo è stato l'aspetto più difficile: ritrarre in maniera spontanea i Presidenti e le loro famiglie, in modo amichevole, umano..." (Harry Benson)
Foto di HARRY BENSON
CARATTERI DA COLLEZIONE - 16 Ottobre 2012
La mostra “Caratteri da Collezione” giunge a Firenze per espresso desiderio dei responsabili di una delle maggiori riviste d’arte cinesi, “Calligrafia
e Pittura Cinesi” (“Zhongguo Shu Hua”) rivista mensile del “Giornale dell’Economia” di Pechino, e dell’Accademia Coreana di Calligrafia attraverso il professor Ye Xin, suo Direttore, che hanno incaricato della realizzazione del progetto Nicola Piccioli e Paola Billi, Maestri fondatori della FeiMo Contemporary Calligraphy, con lo scopo di aprire un dialogo culturale con paesi la cui presenza nel contesto internazionale è sempre più significativa. Nell’allestimento di questo importante evento di reciproca conoscenza tra continenti di diversa, ma ugualmente sofisticata, tradizione artistica abbiamo trovato naturale coinvolgere la Regione Toscana e una delle eccellenze fiorentine, rappresentata dalle gallerie antiquarie di Via Maggio, nell’augurio di dare vita ad una nuova stagione di mutua conoscenza, stima e proficuo scambio culturale ed economico con la Cina. (Nicola Piccioli)
Tethys Gallery, le gallerie di arte contemporanea e le gallerie antiquarie di Via Maggio hanno ospitato per l'occasione le opere di "Caratteri da Collezione"
LA CASA DEI LIBRI - 3 Maggio 2012
"Una libreria non è mai, anche se talvolta lo sembra, un negozio..." [...] "Ciò che davvero interessa alla fotografa sono le atmosfere colte nel suo girovagare" [...] "Sembra di sentirli quegli odori della carta - quella antica che sa di aspro e quella vecchia che sa di inchiostro - e quei rumori provocati dai curiosi ...." [...]
Foto di BEATRICE SPERANZA
IN THE LIGHT OF DARKNESS - 14 Aprile 2012
Nell’autunno dell’anno scorso Kate Brooks ha pubblicato il suo primo libro, intitolato In the Light of Darkness – a Photographer’s Journey After 9/11, che raccoglie gli scatti più significativi ed evocativi di un viaggio nelle zone di guerra durato più di un decennio, accompagnate da saggi personali che riportano eventi, riflessioni, paure e sogni di quegli anni.
La mostra qui presentata – la prima di Kate Brooks in Italia – ripercorre questo lungo viaggio, partito dalle montagne di Tora Bora e approdato alle piazze che hanno visto sorgere la cosiddetta primavera araba, passando per le dimissioni del presidente egiziano Hosni Mubarak e la guerra in Libia. La selezione delle foto esposte cerca di seguire l’intenzione e le motivazioni più personali di Kate Brooks, ispirate alla volontà di documentare non tanto il conflitto, quanto le sue conseguenze sulla vita delle persone comuni.
Foto di KATE BROOKS
LISTEN - 14 Aprile 2012
La mostra "Listen" di Newsha Tavakolian è uno dei progetti speciali dell'edizione 2012 di Film Middle East Now, festival di cinema, fotografia ed eventi sul Medio Oriente Contemporaneo. La mostra è ospitata dalla galleria otto luogo dell'arte di Olivia Toscani Rucellai, art director Mauro Lovi - Via Maggio, 13/R - Firenze.
Coordinamento della mostra da otto a cura di Olivia Toscani Rucellai assistita da Anna K. Gargarian.
Il progetto Listen, per la prima volta presentato in Italia, testimonia il tentativo di Newsha Tavakolian di collocare i lavori più recenti al confine tra la fotografia documentaristica e quella artistica, sperimentando nuove forme di narrazione e rappresentazione. Le espressioni ispirate e appassionate di celebri cantanti iraniane sono al centro della prima serie di sei grandi ritratti fotografici. A queste donne, come d´altronde a tutte le cantanti in Iran, non è permesso esibirsi da sole in pubblico né produrre dei CD come soliste. Un’altra serie di sei ritratti fa riferimento al sogno della piccola Newsha di diventare da adulta una famosa cantante. I ritratti diventano così l’espediente per suggerire storie intime e collettive che rappresentano lo scenario ideale per copertine di CD vuoti al loro interno. La video-installazione, infine, è il luogo in cui convergono tutti questi temi e suggestioni: vediamo le cantanti esibirsi in modo intenso ma non ne possiamo sentire la voce. Lo spettatore diventa partecipe da una lato di un’assurda forma di restrizione, dall’altra di una paradossale sinestesia artistica. (Silke Kurth)
Foto di NEWSHA TAVAKOLIAN
RELITTI - 24 Marzo 2012
"L'Umanità non è in rovina, è in cantiere. Appartiene alla Storia. Una storia spesso tragica, spesso ineguale, ma irrimediabilmente comune" (Marc Augé)
Se dovessimo scegliere immagini efficaci per illustrare il pensiero del celebre antropologo, queste potrebbero essere senz'altro i Relitti di Davide Virdis. Sedici fotografie in grande formato ci introducono nel mondo di Davide Virdis, un mondo fatto di strutture in rovine, impianti fatiscenti, luoghi silenziosi ed abbandonati dove opere, imprese e sogni sono naufragati e restano sospesi, dimenticati.
Un mondo decadente dove mura, macchinari e suppellettili stanno perdendo la loro fisicità, appaiono friabili, l'unico elemento consistente sembra essere il Tempo, che conserva le tracce delle storie che Virdis, addentrandosi in queste cornici pericolanti, raccoglie ed evoca.
Foto di DAVIDE VIRDIS
ATLANTIDE 20 ANNI - 1 Dicembre 2011
Atlantide 20 Anni è il tentativo di raccontare con una mostra il percorso professionale di Atlantide Phototravel, agenzia fotografica fiorentina specializzata in reportage geografico e proprietaria di un archivio che raccoglie 250.000 immagini realizzate in venti anni di viaggi. L'impatto visivo e emotivo, che rimanda alla vastità del mondo e alla sua straordinaria diversità è dato dalle 600 doppie pagine tratte da riviste specializzate che rivestono le pareti della galleria. Lo stile personale e la passione per il viaggio si ritrovano invece nelle 24 fotografie di grande formato dove ogni autore ha scelto gli scatti, per motivi diversi, a lui più cari.
Foto di STEFANO AMANTINI, MASSIMO BORCHI e GUIDO COZZI
BABELE: NON PERVENUTA - 27 Settembre 2011
Al compimento del suo primo anno di attività Tethys Gallery decide di festeggiare i fotografi che hanno condiviso l'inizio di questa nuova esperienza. Prende forma così “Babele: non pervenuta”, una collettiva di tredici fotografi con percorsi artistici e professionali diversissimi tra loro e stili espressivi eterogenei, cosi come le tecniche fotografiche e di stampa. Il caos apparente che scaturisce da un confronto così complesso si dissolve nella comprensione della mostra stessa, intesa come summa del potenziale espressivo della Fotografia Contemporanea, arte poliedrica, efficace, non più minore.
Foto AUTORI VARI
E TRA PITTURA E FOTOGRAFIA - 8 Settembre 2011
L’intento di “E” è quello di dar vita ad una congiunzione di lavori caratterizzati, oltre che dall’utilizzo del mezzo fotografico come linguaggio artistico, dall’interesse nei confronti del dettaglio. Angela Chiti, Claudia Hendel/Licia Papini e Alessandro Sardelli, infatti, partono dall’analisi fotografica di un frammento della realtà per sviluppare una riflessione che, in base alle diverse sensibilità, cerca di reinterpretare il visibile in maniera soggettiva, arrivando a dei risultati talvolta lontani dal punto di partenza, ossia il reale. (Alessandro Gallicchio)
Foto di ALESSANDRO SARDELLI, ANGELA CHITI e CLAUDIA HENDEL/LICIA PAPINI
H.P. - 14 Giugno 2011
“Come ho già detto, il corpo della donna è qualcosa di meraviglioso; nella pubblicità spesso è di gran lunga un’immagine migliore del prodotto che si vuole vendere.... Ma molto dipende da come viene raffigurato quel corpo e per quale motivo vi si fa ricorso. La volgarità è orribile e degradante per tutti”. (Harri Peccinotti)
Foto di HARRI PECCINOTTI
BUSAJO - 26 Maggio 2011
“Nel corso del 2010 ho proposto agli amici Martino e Lucia di girare un video per far conoscere Busajo Onlus più da vicino a tutti i suoi sostenitori e per documentare il generoso ed efficace lavoro che viene svolto allo Smiling Children Town a vantaggio dei bambini di strada di Soddo: ad Aprile sono partito per l’Etiopia. Ho vissuto una settimana dentro al Centro a stretto contatto con i bambini che vi sono ospitati, prendendomi il tempo per entrare in confidenza, cercando di far sentire tutti a loro agio davanti all’inconsueta telecamera.
Credo che il rapporto di affetto che si è instaurato fra noi si legga agevolmente nel video, così come la gioia contagiosa dei bambini, felici e consapevoli dell’opportunità di crescere e studiare circondati dall’amore e dalle attenzioni di tutti coloro che portano avanti questo progetto.” (Marco Paoli)
L'esposizione, composta da 27 scatti e da un video di Marco Paoli, è nata per raccontare più da vicino le attività dell'Associazione Busajo Onlus con i bambini di strada di Soddo, in Etiopia. L'intero ricavato, proveniente dalla vendita delle foto in mostra, è stato interamente devoluto a Smiling Children Town, progetto di istruzione e formazione professionale dei bambini.
Foto di MARCO PAOLI
GYPSY INTERIORS - 14 Aprile 2011
È una raccolta di ritratti realizzati tra gli zingari delle comunità Moldave e Rumene che raccontano l’intimità quotidiana di queste allegre, esuberanti, rumorose persone. E’ un ritratto corale, collettivo di un popolo che vuole mostrare di essere riuscito a trovare e costruire finalmente un posto e un futuro degno all’interno della nostra società senza perdere i valori tramandati verbalmente e con il cuore dai propri antenati.
Foto di CARLO GIANFERRO
DREAM CITY - 19 Marzo 2011
Dream City, dal nome di un luna park nel Kurdistan Iracheno, è il risultato di un viaggio nel mondo fantastico dei parchi di divertimento situati in diversi angoli del pianeta.
Nonostante il contesto culturale, sociologico e politico dei vari luoghi sia molto diverso, il denominatore comune dei luna park ne costituisce il fondamento universalmente riconoscibile.
Nel corso dei viaggi è emerso come il Luna Park sia qualcosa di più di un luogo di divertimento; spesso, infatti, assume anche un ruolo simbolico. L’origine, la posizione e il tema prescelto offrono spunti significativi per comprendere le circostanze politiche e sociali del paese in cui si trova il parco. Dietro l’innocenza e la spensieratezza del soggetto, si percepisce chiaramente un’atmosfera forzata di drammaticità, che stimola la riflessione su come si possano rappresentare realtà diverse.
Foto di ANOEK STEKETEE
Testi di EEFJE BLANKEVOOR
WHITE - 13 Gennaio 2011
Piccoli abeti carichi di neve, piccoli larici spogli. Piccoli sciatori, come figure di cartone sul candido lenzuolo. Piccole teleferiche ritagliate nel cielo livido. E pareti di roccia forse gigantesche, incrostate di bianco, rivelate da squarci nella nebbia. Queste sono le Dolomiti total white interpretate da Stefano Amantini. Visione onirica e insieme lucida analisi della montagna postmoderna: mondo immacolato e playground per adulti. Paesaggio violentato e delicato sogno d’infanzia. (Paolo Paci)
Foto di STEFANO AMANTINI
ELABORAZIONI D'EGITTO - 20 Novembre 2010
La capacità di fascinazione che il mondo egizio, e più in generale l'Egitto, hanno saputo esercitare sull'osservatore occidentale nel corso degli ultimi duecento anni è fuori da qualunque dubbio. L'iconografia europea (e non solo) - dalla pittura al design, dall'architettura alla pubblicità - è, spesso inconsapevolmente, intrisa di queste suggestioni.
Fondamentale cultura-ponte ora con l'Oriente e ora con l'Africa, ma portatrice al tempo stesso di istanze originali tutte proprie, quella egiziana è dunque fonte di infinite reminiscenze per il viaggiatore.
Nella sua incessante contrapposizione tra l'enorme e il minuscolo, tra il monumento e il geroglifico, tra la massa e l'individuo, il patrimonio culturale della terra dei faraoni si presta infatti ad un ventaglio di interpretazioni incredibilmente variegato.
Quella che Sandro Vannini propone in questa mostra nasce non a caso da un lungo viaggio, reiterato nel tempo e nello spazio, e da una ugualmente cadenzata riflessione, che lo hanno spinto, come in un gioco di ottiche, ad accostare e quasi a cercare la quadratura dell'immaginario in una serie di immagini in cui il dettaglio della miniatura e l'imponenza del formato si incrociano, giocano, si scambiano di ruolo, sospesi tra fotografia e collage, arte figurativa e artificio.
Foto di SANDRO VANNINI